29 March, 2024
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Nelle ultime 24 ore, in Sardegna, nessun caso positivo e nessun decesso legato al Covid-19Restano 1.364 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 82.478 tamponi (296 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 6, nessuno in terapia intensiva, mentre 8 sono le persone in isolamento domiciliare. 14 gli attualmente positivi. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.204 pazienti guariti (+5 rispetto all’ultimo aggiornamento), più altri 14 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime, 132.

Sul territorio, dei 1.364 casi positivi complessivamente accertati, 253 sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 99 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 78 a Nuoro, 873 a Sassari.

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Nonostante l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, non si arrestano gli sbarchi dei migranti in Sardegna. 88 solo nella giornata di ieri, più precisamente a Porto Pino, Teulada e Domus de Maria.
Una situazione che porta a galla il problema della prevenzione nei centri di accoglienza e nei centri di permanenza per il rimpatrio. Tema al centro di una precedente interrogazione, datata 9 aprile, della consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Carla Cuccu, che oggi è voluta nuovamente intervenire sul tema.
«Gli organi preposti devono necessariamente comunicare se i migranti presentino o meno sintomi riconducibili al Coronavirusha sottolineato Carla Cuccu -. Nel caso è importante che i soggetti vengano sottoposti a tutte le visite di controllo e, qualora venisse riscontrata la positività al Covid-19, essere sottoposti al regime di quarantena. Solo dopo la completa guarigione, e il conseguente rilascio di un’apposita certificazione sanitaria, potranno essere trasferiti nei centri di accoglienza o in quelli per il rimpatrio.»
Il suo appello alla Regione, al Governatore, Christian Solinas, e all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, è quello di sapere il numero reale dei migranti positivi al Covid-19, il loro posto di accoglienza la corretta attuazione di tutti i protocolli previsti dalle normative.
Antonio Caria

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E’ tempo di svelare i nomi dei vincitori per il Premio internazionale d’arte contemporanea Marchionni, il concorso organizzato dal Museo Magmma di Villacidro per ricordare la figura e l’opera di Dino Marchionni, incisore che nel 1957 lasciò la sua Urbino per venire a vivere nel centro del Medio Campidano.

Giovedì 2 luglio, a partire dalle 12.00, sulla Pagina Facebook Premio Marchionni saranno proclamati i primi classificati per ciascuna delle due sezioni: Pittura e Grafica.

A contendersi la finalissima sono 40 opere (20 per ogni sezione) che la giuria presieduta da Vitaliano Angelini, tra i decani del panorama dell’arte italiana contemporanea, ha scelto su una rosa di 657, arrivate da tutto il mondo. Oltre che dall’Italia hanno partecipato artisti da: Usa, Cina, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Romania, Brasile, Macedonia, Israele.

Tra i finalisti ci sono anche cinque artisti sardi: Paolo Laconi (Oristano), Andrea Zineddu (Orani), Roberta Congiu (Ussana), Salvatore Atzeni (Monastir), Marco Mattei (Sassari).

Anche stavolta i lavori presentati sono tutti di altissima qualità, elemento che anno dopo anno, aumenta il prestigio del Premio Marchionni. Scrive la critica d’arte Alessandra Radaelli nel testo che accompagna il catalogo delle opere finaliste: «Il Premio Marchionni ha il pregio di raccogliere intorno a sé artisti di spessore, di cultura, riflessivi, che si intuiscono innamorati dell’arte e dei mezzi per farla. (…). L’innalzarsi di anno in anno del livello qualitativo dei partecipanti è il primo indice di successo per un concorso, perché ciò significa che il nome si fa conoscere tra gli addetti ai lavori: i risultati delle edizioni precedenti attestano il buon funzionamento della formula, i nomi girano, le mostre degli artisti selezionati si fanno notare».

I premi. I primi classificati nelle due sezioni riceveranno un premio di 2.500 euro o, in alternativa, 1.500 euro più la possibilità di esporre le proprie opere nella Galleria Lazzaro di Milano.

Le opere classificate sino al quinto posto saranno inoltre esposte nella sede storica del Centro culturale cittadino di Urbino (la massima istituzione culturale della città), all’interno delle iniziative pensate in occasione dei 500 anni dalla morte di Raffaello.

Prima di varcare il mare, e sino al 31 luglio, le 40 opere arrivate in finale saranno esposte nella sede del Magmma, dove, per via delle disposizioni imposte per il contenimento del covid 19, potranno essere visitate solo dietro prenotazione.

Il Premio Marchionni è organizzato con il sostegno della Fondazione di Sardegna.

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Sono iniziati oggi, a Iglesias, dopo il rinvio dei lavori a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 ed il susseguente adeguamento del piano di sicurezza relativamente alle nuove disposizioni ministeriali sui lavori pubblici, sono iniziati gli interventi relativi alla bitumazione di alcune vie cittadine.
I lavori hanno avuto inizio con la fresatura del manto stradale esistente e con la successiva bitumazione nella Via Roma, dall’incrocio con la Via Cattaneo all’incrocio con la Via Isonzo, ed interesseranno nei giorni successivi: via XX Settembre; via Antas; via San Salvatore; viale Villa di Chiesa; via della Regione; via Marchese; via Gallura; corso Colombo; via Pacinotti; via Cairoli; via Fadda.

«Ripartiamo con un’attività programmata sulla pavimentazione stradale dopo il periodo di lockdown, per continuare il lavoro di messa in sicurezza delle strade cittadine e di potenziamento della viabilità, con particolare riguardo per la sicurezza di pedoni e automobilisti», ha commentato il sindaco Mauro Usai.
«Gli interventiha spiegato l’assessore dei Lavori pubblici, Vito Didaci sono stati finanziati dalla Regione Sardegna e dal comune di Iglesias per un importo di 560.000,00 euro, ed eventuali somme residuali derivanti da ribasso d’asta saranno utilizzate per ulteriori interventi sulle strade comunali.»

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«La Commissione europea, e in particolare la responsabile per la salute, Stella Kyriakides, lanci un appello alle donazioni di plasma in tutta Europa per facilitare un più ampio accesso al plasma convalescente e organizzi una raccolta fondi per sostenere questa sperimentazione molto promettente e di grande beneficio per l’intera Unione europea nella lotta alla pandemia da Covid-19.»

A chiederlo è l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti (Gruppo identità e Democrazia), in una lettera inviata alla Commissaria europea per la salute Stella Kyriakides.

«Vogliamo conoscere la posizione ufficiale della Commissione sulla terapia al plasma iperimmune, ottenuto dal sangue dei guariti su pazienti affetti da forme molto gravi di Coronavirus», si legge nella missiva.

«Tale terapiaspiega Luisa Regimentisperimentata per la prima volta dal professor Giuseppe De Donno, responsabile della Pneuomologia dell’Ospedale “Carlo Poma” di Mantova, in Italia, ha già portato risultati incredibili e rappresenta una valida soluzione nell’attesa dello sviluppo di un vaccino anti Covid-19, le cui tempistiche sono stimate in 12-18 mesi secondo la Commissione.»

«E’ quindi urgente intervenire con rapidità anche su questo fronte di contrasto alla pandemia, che fino ad oggi si è contraddistinta per altissimi tassi di mortalità e tragiche conseguenze socio-economiche in tutti gli Stati membri. I buoni risultati ottenuti dalla sperimentazione sul plasma iperimmune, che non ha evidenziato effetti collaterali, dimostrano che la strada intrapresa è quella giusta. L’Ue non perda tempo»conclude l’europarlamentare leghista.

Dal 2 al 23 agosto, nel Sulcis, si terrà la nona edizione numero nove per il Festival culturale Liberevento, appuntamento ormai fisso delle estati isolane, che ha deciso di esserci anche quest’anno, nonostante le difficoltà create dall’emergenza Covid-19.

Organizzato dall’associazione culturale Contramilonga, dietro la direzione artistica del giornalista e scrittore Claudio Moica, dal 2 al 23 agosto Liberevento proporrà quindici appuntamenti. Pensati, anche stavolta, secondo la formula del festival diffuso: saranno toccati i comuni di Calasetta, Iglesias, Gonnesa e Portoscuso.

Tra gli ospiti sono in arrivo il conduttore e divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone; l’istrionico giornalista Giampiero Mughini; la giornalista e saggista Ritanna Armeni; la cantautrice, musicoterapeuta, e ora anche scrittrice Grazia Di Michele, l’attrice e imitatrice Francesca Reggiani, lo scrittore e storico Valerio Massimo Manfredi. Tra gli autori sardi è atteso invece Francesco Abate.

Gli eventi collaterali vedranno ospiti, per la musica, il Quartetto K, formazione da due decenni impegnata a proporre, rielaborandolo, il repertorio musicale dall’area mittel-europea, russa e balcanica, e l’ensemble Cinquetto, un mescolarsi di voci e pianoforte, melodie e cori. Per il teatro, sono in arrivo nomi conclamati della scena isolana, e non solo: da Simeone Latini a Rita Atzeri, sino a Nunzio Caponio.

Alcuni appuntamenti coinvolgeranno le bande cittadine, altri omaggeranno personaggi che hanno dato lustro al territorio. Come Bruno Rombi, poeta e scrittore recentemente scomparso.

Tutti gli appuntamenti saranno organizzati nel rispetto delle prescrizioni imposte per il contenimento del contagio da Covid-19, e saranno perciò a numero chiuso. Per partecipare sarà quindi indispensabile la prenotazione. Per alcuni appuntamenti sarà messo a disposizione un servizio navetta.

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La commissione Trasporti e Lavori pubblici, presieduta da Giovanni Talanas (Forza Italia) si riunirà martedì 30 giugno alle 10.30 per esprimere il parere sul Dl n. 162 in materia di azioni di sostegno al sistema economico regionale nel dopo emergenza Covid. Per le parti di competenza riferiranno gli assessori dei Trasporti Giorgio Todde e dei Lavori pubblici Roberto Frongia.

Sempre martedì ma alle 11.00, la commissione Attività produttive presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) riprenderà la discussione sulla proposta di legge n. 177 riguardante il settore turistico e del Testo unificato sull’energia.

Nella stessa giornata, ma nel pomeriggio alle 17.00, la commissione Bilancio, presieduta da Valerio De Giorgi (Misto), riprenderà i suoi lavori con all’ordine del giorno il parere sulla riprogrammazione in forma semplificata delle risorse europee del ciclo 2014-2020, nel quadro delle misure di contrasto all’emergenza Covid. A seguire, saranno esaminati il Dl n. 167 sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, il Dl n. 171 sulle misure a sostegno del sistema produttivo regionale per fronteggiare l’emergenza Covid e la proposta di legge n. 144 in materia di interventi a favore delle attività commerciali (esenzione del pagamento della tassa o canone per l’occupazione del suolo pubblico e compensazioni ai Comuni per i mancati introiti).

Giovedì alle 10.00, la commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo), dovrà esprimere il parere di competenza sul Dl n. 162 riguardante le azioni di sostegno al sistema econmico regionale. Successivamente, proseguirà il lavoro sulla riforma sanitaria (in programma l’esame degli emendamenti). La commissione ha calendarizzato sedute anche per il pomeriggio ed i giorni successivi.

Ancora giovedì 2 luglio, alle 10.30, la commissione Lavoro presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi) sarà impegnata in una seduta congiunta con la commissione Attività produttive, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) per l’esame del disegno di legge n.162 sulle azioni di sostegno al sistema economico regionale nel dopo-emergenza Covid.

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Sit-in, questa mattina, a Portovesme, davanti ai cancelli dello stabilimento Sider Alloys, ex Alcoa. La protesta segue quella avviata venerdì scorso, che ha portato le organizzazioni sindacali ad organizzare anche uno sciopero per la giornata di domani, martedì 30 giugno, che potrebbe portare anche ad un sit-in nel capoluogo, davanti al Palazzo della Regione. Alla Giunta Solinas i lavoratori chiedono un concreto intervento per sbloccare definitivamente la vertenza per il rilancio produttivo nello stabilimento.
Ancora una volta viene stigmatizzato l’atteggiamento della direzione Sider Alloys. Il richiamo alle Istituzioni è forte e chiaro e non c’è più tempo da perdere.

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Quella di Villa Alice, nel borgo di Sant’Angelo, è una tra le favole interrotte più affascinanti del Sulcis Iglesiente. Inserita in un contesto montuoso a dir poco mozzafiato, quasi a metà strada tra Iglesias e Fluminimaggiore (appartenente come territorio a quest’ultima), compare tra le curve non appena si supera il Passo di Genna Bogai, anticipata da una cancellata decorata con due angeli e da una facciata, interamente ricoperta di rampicante, con la scritta Sant’Angelo, un tempo ben in vista, ora anch’essa nascosta dai tralci verdi.
La sua storia e le vicissitudini che nel corso dei decenni l’hanno interessata non sono note ai più ma il fascino della villa rimane intatto nonostante l’incuria del tempo.
Costruita alla fine dell’800, riporta sulla facciata principale, proprio sopra il maestoso portone d’ingresso, la data del 1914 e le iniziali di colui che la edificò, l’ingegnere Paolo Boldetti.
Appartenuta all’impresa mineraria Sant’Angelo, di proprietà della famiglia del pittore Amedeo Modigliani, si divide su tre livelli, nei quali si dipanano una serie di stanze che si rincorrono e si incrociano in una sorta di labirinto in cui è possibile perdersi. Il mobilio è stato completamente depredato, ma nei sotterranei resta ancora intatto il sistema utilizzato per il riscaldamento dell’acqua, ovvero un piccolo forno di mattoni, una vasca e una serie di tubazioni, di cui alcune arrugginite ed interrotte. Nell’ingresso secondario, quello che si affaccia sull’ampio cortile che attualmente fa da ingresso alle strutture, un ampio salone con un grande arco accoglie il visitatore, mentre subito sulla destra l’enorme cucina in muratura, colorata di verde, rimane l’unico elemento di arredamento della casa. Sopra il piano di cottura si mantiene intatta la grande cappa, mentre una piccola carrozzina, in stile primi anni del ‘900, giace abbandonata, a testimonianza della vita che fu.
Una grande porta a doppia anta separa quello che doveva essere l’ambiente della servitù dall’area padronale vera e propria, con una modesta scala in legno, anch’essa dipinta di verde, che porta ai piani superiori della villa. Qui, gli ambienti si susseguono senza sosta in una serie di stanze, di cui non è più possibile capire l’utilizzo, ognuna dotata di caminetto. Delle brandine in ferro giacciono abbandonate in alcune di queste camere, insieme a due vecchi armadi e ad un piccolo frigorifero arrugginito, di cui non è possibile capire l’anno d’età.
La storia dei fasti di questa villa di campagna si percepisce nel labirinto intricato di queste stanze, nei suoi tetti cadenti di canne, nell’eleganza delle sue grandi finestre, nei resti di colore dei suoi intonaci, in uno splendore che sa di antica opulenza. Il verde è il tema incontrastato di questi ambienti. Un verde bosco che dona una nota di colore alla vecchia cucina, alle scale in legno, a tutti gli infissi esterni e che si ritrova anche negli intonaci di alcune pareti. Un lusso e un’opulenza che ora restano solo un umile ricordo, memoria di una passata nobiltà e delle casate importanti che tra le sue mura vissero o vi furono soltanto ospitate.
Bruno Pilurzu, memoria storica e grande conoscitore del borgo di Sant’Angelo, racconta le vicissitudini che portarono la dimora nobiliare da luogo di passaggio di grandi personaggi dell’industria e della cultura dell’epoca a mura abbandonate in balia del tempo.

«Già da metà ‘800 i Modigliani, che erano concessionari minerari, cominciarono a sfruttare i nostri boschi per ricavare carbone da utilizzare nelle industrie del Nord Italia e del Nord Europa, per gli impianti metallurgici. Nei primi anni ’50 del secolo scorso partì poi la prima iniziativa turistica, che vide la costruzione dell’albergo di fronte alla villa, da parte della società SAIA. Un albergo che negli anni è stato destinato a colonia estiva per i figli di dipendenti di enti pubblici. Negli anni ’90 la struttura è stata venduta alla curia di Iglesias e adesso giace in completo stato d’abbandono. Sempre negli anni ’50, contestualmente alla costruzione dell’albergo, cominciarono i lavori per erigere le ville di proprietà dell’azienda Santa Vittoria. Arrivarono gli Scarfiotti, parenti di Ludovico, pilota della Ferrari negli anni’ 60, i Leopardi, parenti dello scrittore, Thaon di Revel, ministro dell’agricoltura nel ventennio. Tanti nobili trascorrevano qua il periodo invernale e lunghi periodi durante la caccia grossa. L’albergo era stato edificato proprio per ospitare questi nobili. Negli anni ’90 la società finì in mano alla Regione. Villa Alice si inserisce quindi in un compendio immobiliare di circa 160 ettari, che comprende tutti gli immobili qua attornoprosegue ancora Bruno Pilurzu -. I 1.600 ettari di cui era costituita in origine l’azienda sono stati in seguito trasferiti dalla regione ad una cooperativa che attualmente ancora li gestisce, a fini agricoli.»
Leggenda vuole che tra queste mura più volte siano venuti in visita il re Vittorio Emanuele III e sua moglie, la regina Elena. Si narra che qui passassero alcuni periodi di vacanza e che la Regina amasse sedersi al piccolo tavolino rotondo, circondato dagli alberi, che si affaccia sull’altissimo muraglione che domina il panorama montuoso. Nel giardino prospiciente l’ingresso principale della villa, poco distante dal tavolo in pietra, si trova ancora un busto scolpito del Re.
«Di questo non ho notizie certedichiara ancora Bruno Pilurzu -. Il fatto che qui esista un busto potrebbe anche rappresentare una testimonianza di questo passaggio, ma non esistono notizie al riguardo.»
Insomma non una villa soltanto ma un borgo intero che nasconde un vero e proprio scrigno di tesori, gettati all’abbandono. Il comune di Fluminimaggiore vorrebbe trovare una soluzione a questa spiacevole situazione. Il sindaco Marco Corrias cerca di dare una scossa a chi di dovere, perché questo patrimonio di immenso valore non venga perduto.
«Noi denunciamo lo stato di degrado infinito di questo gioielloannuncia Marco Corrias -. Credo siano pochi gli esempi di edifici di queste dimensioni e di questa qualità, in Sardegna. La villa è nelle mani di un magistrato fallimentare che cura il fallimento della società. Quindi è tutto nelle mani di un curatore fallimentare, in attesa che si vada a un’asta. Il Comune vorrebbe poterla acquisire a suo proprio patrimonio. Ma da solo ovviamente non ce la fa, perché occorrono un sacco di soldi. Chiederemo quindi un intervento della Regione, affinché ci dia quantomeno la possibilità di acquisirlo. Però acquisire un bene e farlo finire di decadere non è compito di un comune. Il compito di un comune è quello di poter avere i mezzi per far rinascere un gioiello di questo genere. Ci possono dare una mano solamente la Regione, il curatore fallimentare ed il magistrato che cura il fallimento. Siamo nelle loro mani. E ovviamente la Soprintendenza ai Beni culturali ed architettonici, che credo dovrebbe mettere un vincolo a questa proprietà e fare in modo che possa un giorno tornare al suo antico splendore.»
Il sindaco Marco Corrias ha un sogno per Villa Alice.
«Mi piacerebbe diventasse un hotel di charme, che potesse impiegare i giovani del paese che hanno voglia di lavorare in questo settore. Mi piacerebbe ospitasse corsi di alta cucina sarda. Vorrei potesse diventare davvero un’attrazione dal punto di vista turistico ma anche soprattutto economico per l’intero territorio. Se lo merita, si potrebbe fare. Il borgo di Sant’Angelo è una delle cose più belle che ci sono in Sardegna.»
Federica Selis

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Oggi 28 giugno 2020, a Bergamo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presenziato alla commemorazione delle vittime del Coronavirus.
In onore delle vittime il Requiem di Donizetti è stato dedicato alle vittime della città orobica.
Come possiamo dimenticare tutto quello che è accaduto, le persone decedute a causa del Coronavirus, tutte quelle vittime che nel momento del trapasso non hanno potuto avere nemmeno il conforto dei propri cari,. L’aspetto più terribile e drammatico è stato il corteo di camion militari che innumerevoli trasportavano i feretri delle vittime decedute. trasferite per la cremazione.
La presenza di Sergio Mattarella è stata emblematica, ricca di significati, ma è stata soprattutto un richiamo rivolto a tutti, affinché non venga persa la memoria.
Ecco questo è un omaggio ai caduti del Covid-19. Un gesto nobilissimo che ha trovato un momento solenne con il Requiem di Donizetti, un’esecuzione composta ma commovente ed emozionante, a cui hanno presenziato tantissimi familiari delle vittime.
In questa occasione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha mancato di sottolineare che è necessario non abbassare la guardia sul Coronavirus ed ha fatto un richiamo al Governo, affinché metta in atto tutte quelle iniziative che servono a fare ripartire il Paese che non può più aspettare.
Armando Cusa

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19 dalle autorità locali, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con le autorità locali, in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Bergamo – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bargamasche del covid-19 dalle autorità locali, oggi 28 giugno 2020.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)