29 March, 2024
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Si è svolta la scorsa settimana la sessione plenaria di chiusura del Seminario nazionale, iniziato il 7 settembre scorso, con la quale è terminato il primo momento di confronto pubblico
sul progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco tecnologico, dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), avvenuta il 5 gennaio scorso.
L’incontro è stato aperto dagli interventi di Vannia Gava, Sottosegretario al ministero della Transizione ecologica, Ivan Scalfarotto, sottosegretario del ministero dell’Interno, Gilberto Pichetto Fratin, vice ministro dello Sviluppo economico, ed Emanuele Fontani, amministratore delegato di Sogin. Hanno partecipato ai lavori: Maurizio Pernice, Direttore di ISIN, Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione; Simon Morgan, responsabile del Gruppo di Lavoro sul decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi di WENRA, Western European Nuclear Regulator’s Association; Bengt Hedberg, Curatore del Report “SRLs for the disposal of radioactive waste” di WENRA; Rebecca Tadesse, Direttrice della Divisione decommissioning e gestione dei rifiuti radioattivi di NEA, Nuclear Energy Agency; Gilberto Dialuce, presidente di Enea, Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; Stefania Ravazzi, docente di Analisi delle politiche pubbliche presso l’Università di Torino, Dipartimento di culture, politica e società; Simona Fabiani in rappresentanza della CGIL; Angelo Emilio Colombini in rappresentanza della CISL; Antonio Cozzolino, in rappresentanza della UIL; Fabio Chiaravalli, direttore della Funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin e Luigi Perri, presidente di Sogin che ha chiuso i lavori.
«Il Seminario nazionale, tappa fondamentale della prima fase della localizzazione del Deposito Nazionale, è stato un momento significativo di corretto confronto democratico con tutti gli attori interessati alla realizzazione dell’opera ha affermato Vannia Gava, sottosegretario di Stato al ministero della Transizione ecologica -. I lavori si sono svolti nella massima trasparenza e hanno permesso di spiegare le ragioni per cui l’Italia, come avviene nel resto d’Europa, debba farsi carico di una gestione in sicurezza dei propri rifiuti radioattivi. Le esperienze all’estero – ha concluso – testimoniano che infrastrutture analoghe a quella che dobbiamo realizzare nel nostro paese rappresentano un’occasione unica per lo sviluppo sociale ed economico del territorio che deciderà di ospitarla,»
«Il Seminario Nazionaleha commentato Emanuele Fontani, amministratore delegato di Sogin è stato un momento di confronto significativo con i territori di riferimento. L’ampia partecipazione dei cittadini e dei principali stakeholder ci ha consentito di rispondere ai diversi interrogativi che ruotano attorno alla realizzazione del Deposito e di sottolineare, una volta di più, la necessità di tale infrastruttura per il Paese al fine di chiudere il ciclo del nucleare italiano e gestire in maniera più sostenibile e sicura i rifiuti radioattivi, inclusi quelli prodotti dalla medicina nucleare, dall’industria e dalla ricerca scientifica.»
«Ringrazio i partecipanti al Seminario Nazionale per gli eccellenti contenuti posti a fattor comune in queste settimane passate insiemeha dichiarato Fabio Chiaravalli, direttore della Funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin -. Ritengo che lo scopo preposto sia stato raggiunto al meglio. È stata acquisita dai territori una ragguardevole mole di documenti tecnici di dettaglio, anche dal punto di vista della cultura e delle tradizioni dei luoghi, – ha aggiunto – che costituirà un efficace contributo nell’ambito delle attività per la stesura della prossima Carta Nazionale delle Aree Idonee.»
I lavori del Seminario si sono articolati in nove incontri, trasmessi in diretta streaming sul sito www.seminariodepositonazionale.it e presenti su Youtube, sul sito Sogin Channel. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura si sono svolte sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che hanno interessato le regioni coinvolte dalla CNAPI: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna.
Oltre 160 i partecipanti al Seminario Nazionale, che ha visto gli interventi dei rappresentanti di Enti locali, associazioni, comitati, organizzazioni datoriali e sindacali dei territori, di singoli cittadini, e di relatori tecnico-istituzionali.
Nel corso della prima fase della consultazione pubblica e del Seminario sono state formulate circa 200 domande, che hanno ricevuto tutte una risposta, o per iscritto o in forma orale durante la diretta. Sono stati approfonditi diversi temi tra cui la rispondenza delle aree individuate nella CNAPI ai requisiti internazionali stabiliti dalla IAEA (International Atomic Energy Agency) e a quelli nazionali individuati dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione). Inoltre, sono stati illustrati gli. aspetti relativi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente e i benefici economici e di sviluppo territoriale collegati alla realizzazione dell’opera e alle misure compensative previste.
Il Seminario Nazionale si concluderà il 15 dicembre con la pubblicazione del resoconto complessivo dei lavori. Si aprirà così la seconda fase della consultazione pubblica, della durata di trenta giorni, durante la quale potranno essere inviate eventuali altre osservazioni e proposte tecniche finalizzate alla predisposizione della proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI), che terrà conto dei contributi emersi nelle diverse fasi della Consultazione Pubblica. Al termine di questa fase, con la pubblicazione della CNAI, le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento.

Un dibattito pubblico sulle proposte per la neutralità climatica della Sardegna. La due giorni organizzata da Sotacarbo, Enea e Università di Cagliari
punta a favorire un momento di sintesi e di confronto tra le diverse opzioni sul tavolo, per contribuire all’individuazione delle strategie regionali più efficaci per far conseguire alla Sardegna il traguardo della neutralità climatica entro il 2035-2040.
Nel programma della prima giornata, che si terrà presso l’aula magna della facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari, è prevista in apertura la partecipazione del presidente della Regione Christian Solinas, dei rettori delle Università di Cagliari e Sassari Francesco Mola e Gavino Mariotti, degli assessori regionali a Programmazione, Industria e Ambiente, del neo presidente dell’Enea Gilberto Dialuce, di Maurizio Delfanti, amministratore delegato
Rse, e, in rappresentanza del ministero della Transizione ecologica, Marcello Capra, delegato nazionale nel Set Plan europeo sulla ricerca e innovazione energetica e Esperto del Cluster Energia del Programma europeo Horizon Europe. Mario Porcu, presidente della Sotacarbo, e Giorgio Graditi, direttore Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’Enea, presenteranno l’iniziativa per la creazione di un Centro di Eccellenza sull’Idrogeno nella Regione Sardegna. Nel pomeriggio una tavola rotonda sui contributi per la transizione energetica della Sardegna metterà a confronto programmi e visioni di Enel, Snam, Medea-Italgas, RFI e Confindustria.

La transizione ecologica è una rivoluzione industriale e sociale che può attuarsi solo con la condivisione degli obiettivi da parte dell’intera società. Un percorso che necessita di ripensare intere filiere produttive e di progettarne di nuove. Il saldo occupazionale atteso è positivo ma è necessario prevedere strumenti e risorse per la gestione della transizione e formare datori di lavoro e lavoratori con programmi per la creazione delle competenze e dei profili professionali necessari.
Nella seconda giornata, ospitata nel Centro ricerche Sotacarbo di Carbonia e aperta dall’assessore regionale alla Programmazione Giuseppe Fasolino, si parlerà del ruolo della ricerca e dell’industria nella transizione ecologica isolana, con interventi dei rappresentanti delle Università di Cagliari e Sassari, di Sardegna Ricerche, del Crs4.

Una sessione dedicata ai progetti industriali nell’Isola, che vedrà la partecipazione di Saipem, Imi Remosa, Matrica, Italgas e Arst, sarà presieduta nel pomeriggio dal professor Sergio Garribba, esperto per l’Energia presso il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La due giorni verrà conclusa con una sessione dedicata al ruolo dell’efficienza energetica in relazione all’industria e al patrimonio edilizio pubblico, con particolare attenzione alla situazione della Sardegna e allo specifico progetto di recupero e efficientamento realizzato nella miniera di Serbariu da Sotacarbo ed Enea.
L’evento, che sarà diffuso anche in diretta streaming, è gratuito e aperto al pubblico in possesso di regolare green pass. A causa del ridotto numero di posti consentiti dai protocolli sanitari, per poter
presenziare in sala è necessario registrarsi all’evento ai seguenti indirizzi:
Giorno 1 – Cagliari
https://www.eventbrite.it/e/170124989423/
Giorno 2 – Carbonia
https://www.eventbrite.it/e/170468012414/

«L’Europa punta a raggiungere l’obiettivo nel 2050 ma la Sardegna ha le condizioni per diventare carbon free prima del resto del continente. Per riuscirci è però necessario delineare un percorso chiaro e lineare, non dettato da interessi particolari, che anche se legittimi possono risultare fuorvianti. Il workshop vuole avviare un confronto aperto, che metta insieme la politica, il mondo dell’industria e della ricerca, perché tutti avranno un ruolo importante in questo percorso per passare dalle dichiarazioni di intenti a provvedimenti concreti ha detto l’ing. Mario Porcu, presidente Sotacarbo -. Non si tratta di un percorso facile né scontato, perché gli interessi in gioco sono tanti e spesso non ammettono scelte di compromesso. Ma la Sardegna può sfruttare la transizione energetica per ripensare il proprio modello di sviluppo economico e industriale. In questo senso un ruolo importante è quello della cooperazione internazionale e di collaborazioni come quella col National Energy Technology Laboratory degli Stati Uniti, che parteciperà al workshop e che in queste settimane ha deciso di ampliare l’accordo esistente con Sotacarbo per sviluppare nel Centro ricerche di Carbonia nuovi progetti legati all’idrogeno, che è una delle vie su cui l’Unione Europea punta con più convinzione per risolvere il problema delle emissioni di CO2.»
«La scuola, l’università e i centri di ricerca hanno un ruolo fondamentale per formare diplomati, laureati e ricercatori con competenze e approccio innovativo e multidisciplinare, per aiutare imprenditori e lavoratori ad affrontare le sfide della nuova rivoluzione industriale, contribuendo all’innovazione di processi e prodotti e alla creazione di nuova imprenditoria, e per promuover la crescita della Società con l’adozione di politiche di terza missione
orientate all’inclusività ed alle riduzione delle diseguaglianzeha aggiunto il prof. Fabrizio Pilo, prorettore al territorio e all’innovazione dell’Università di Cagliari -. La Sardegna ha tutte le condizioni per diventare la prima “green island” del Mediterraneo: risorse naturali, un sistema industriale e della ricerca specializzato nelle tematiche chiave della transizione, dell’innovazione e del green, un sistema economico e sociale attento all’ambiente e al turismo. Grazie alla transizione ecologica la Sardegna sarà più accogliente, attrattiva e inclusiva. Accogliente e attrattiva per i sardi, per i turisti e per gli imprenditori che potranno trovare le condizioni per operare in un contesto che coniuga impresa, qualità della vita, ambiente e cultura. Inclusiva per la possibilità di realizzare impresa nelle zone interne dell’isola, favorendo l’innovazione nei settori più tradizionali e rafforzando il contesto sociale intorno a comunità energetiche che esaltano la tipicità e la koinè sarda e promuovono un uso diverso del territorio.»
«L’Università di Cagliari, grazie al lavoro dei propri ricercatori, presenti in tutte le filiere di ricerca nazionali e internazionali relative alla transizione ecologica e al green, è a disposizione del territorio e degli stakeholder per contribuire alla concretizzazione di un percorso che vede il coinvolgimento delle aree scientifiche, mediche, umanistiche, giuridiche ed economiche dell’Ateneoha concluso Fabrizio Pilo -. Trasformare l’Isola in una “valley” della transizione ecologica è possibile creando una rete di centri di formazione e ricerca eccellenti che alimentino un tessuto di start-up innovative e formino giovani talenti in grado di portare idee distruttive nel campo dell’energia e dei suoi utilizzi, coniugando e mettendo a rete competenze e discipline differenti.»

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E’ positivo il giudizio di Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL sullo stato dell’iter del progetto Eurallumina.

Si è svolta ieri, in modalità web conference la riunione, richiesta dalle organizzazioni sindacali territoriali regionali, sulla vertenza Eurallumina, alla presenza della sottosegretaria Alessandra Todde, per gli assessorati regionali dell’Industria e Lavoro l’assessora Anita Pili e l’assessora Alessandra Zedda, oltre alla Società Eurallumina, il direttore del servizio Energia del Mise Gilberto Dialuce e le segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uiltec.

«Nella breve introduzione si legge in una nota dei segretari territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai, e Pierluigi Loi – la società Eurallumina ha confermato la volontà di voler riavviare gli impianti appena possibile e, su pressione della proprietà, a portare avanti i progetti pianificati per arrivare alla marcia degli stessi nel 2023. La sottosegretaria Alessandra Todde ha illustrato in modo dettagliato l’iter legislativo confermando che il Dpcm previsto dal D.L. semplificazioni, legato all’infrastrutturazione energetica della Sardegna, è il primo che verrà preso in esame da Palazzo Chigi. Il Dpcm, definita la fase concertativa, oramai agli step conclusivi, è stato inviato nelle sedi degli uffici legislativi dei Ministeri e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel provvedimento, oltre al recepimento del D.L. relativo all’infrastruttura immateriale della Virtual Pipe Line per il trasporto del metano in Sardegna, grazie ad accordo specifico con Snam, edil progetto di un’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione del GNL, sono inclusi altri provvedimenti considerati strategici. Nello specifico si prevede di classificare come “strategico” per l’applicazione del PNIEC il progetto per il riavvio dello stabilimento Eurallumina, le opere di collegamento a Eurallumina e alla Centrale Enel da riconvertire da carbone a gas. Inoltre novità importante, al fine di ottimizzare la tempistica, è stato previsto l’inserimento del progetto relativo all’escavo del porto, infrastruttura indispensabile per dare piena attuazione agli altri interventi di sviluppo dell’area industriale di Portovesme funzionali allo sviluppo industriale e commerciale dell’intero territorio.»

«Nella riunioneconcludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loiè emersa l’importante fase concertativa tra tutti i soggetti interessati funzionali alla ripartenza dello stabilimento, ma più complessivamente per garantire nuove opportunità di sviluppo con un progetto moderno, in linea con gli interventi strutturali del Recovery Fund. Esprimiamo apprezzamento per la fase avanzata dell’iter, tuttavia abbiamo ribadito la necessità di avere una tempistica certa ed un cronoprogramma funzionale alla ripartenza prevista.»

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Finalmente! Il direttore generale del Mise, Gilberto Dialuce, ha convocato per martedì 30 luglio il tavolo di confronto sulla cessazione dell’uso del carbone per la produzione di energia elettrica, problema legato a doppio filo al futuro delle Centrali termoelettriche alimentate a carbone ubicate in Sardegna.

Al tavolo siederanno i rappresentanti di: Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento del Coordinamento Amministrativo; Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Ufficio di Gabinetto; Direzione per il Clima ed Energia; Direzione Generale per le valutazioni e le autorizzazioni Ambientali; Società Terna SPA; Regione Autonoma della Sardegna – Presidenza; Assessorato Regionale dell’Industria; Comune di Portoscuso; Comune di Sassari; Comune di Porto Torres; Enel S.P.A.; EP Produzione SPA; Filctem CGIL; Flaei CISL; Cisal; Femca CISL; Uiltec; UGL Federazione nazionale chimici; USB Lavoro privato; Legambiente; WWF Italia; Italia Nostra; Greenpeace.

Di seguito il testo integrale della convocazione.

«Si fa riferimento all’impegno alla cessazione dell’uso del carbone per la produzione di energia elettrica entro il 2025 previsto dalla Strategia energetica nazionale 2017 e confermato nella versione preliminare del Piano integrato energia e clima in corso di valutazione anche da parte di codesta Regione. Tale impegno politico al phase out dal carbone del parco di generazione è stato accompagnato dalla previsione di quegli interventi necessari per compensare la potenza a carbone da dismettere nel rispetto della sicurezza del sistema elettrico nazionale. In particolare, è stata ritenuta indispensabile la realizzazione di un articolato programma di interventi che, in un contesto di forte crescita della produzione 4 da energie rinnovabili, comprenda potenziamento delle reti, nuova capacità a gas flessibile e/o sistemi di accumulo da realizzare nei tempi dati attraverso azioni che accelerino le procedure autorizzative e favoriscano la riconversione dei siti. Pertanto, in considerazione della molteplicità degli aspetti coinvolti e dei soggetti interessati, questa Amministrazione ha avviato un confronto finalizzato ad approfondire le diverse criticità per aree geografiche definite in funzione delle zone del mercato elettrico. Sono stati inoltre già organizzati primi tavoli di coordinamento con alcuni soggetti istituzionali (Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente) e con il gestore della rete di trasmissione nazionale TERNA Spa nonché con gli operatori interessati dalla chiusura di impianti, per una prima ricognizione degli aspetti tecnici. Tenuto conto degli aspetti occupazionali, anche alla luce delle possibili riconversioni dei siti che coinvolgono i territori interessati dalla chiusura delle centrali a carbone, questa Amministrazione ha ritenuto opportuno organizzare anche tavoli di coordinamento con le Regioni interessate, come concordato in sede di Conferenza Unificata, coinvolgendo anche i Comuni, le società titolari di impianti a carbone, le amministrazioni centrali interessate, le parti sociali e le principali associazioni ambientaliste. L’incontro relativo al primo tavolo si è svolto lo scorso 7 giugno con riferimento alla zona Nord (impianti di Lamarmora, La Spezia, Fusina e Monfalcone). L’incontro dedicato al secondo tavolo si è svolto in data 19 giugno e ha interessato le zone Centro e Sud dove risultano ubicati gli impianti di Torrevaldaliga Nord, Bastardo (Gualdo Cattaneo) e Brindisi Sud. In tale sede è stato inoltre esaminato il caso dell’impianto di Brindisi Nord, attualmente non funzionante. L’incontro in oggetto, riguardante la Regione Autonoma della Sardegna, è stato fissato per il 30 luglio prossimo, ore 14.00, presso la sala Commissioni (stanza n. 39) del VII Piano di questo Ministero (via Molise 2 – Roma). Si tratta di un primo incontro di carattere tecnico; gli Uffici indicati in indirizzo, qualora ritengano necessario il coinvolgimento di una diversa struttura, sono quindi pregati di veicolare la convocazione all’ufficio competente, informando contestualmente questa Direzione generale. Si prega infine di confermare la propria partecipazione all’indirizzo di posta elettronica: stefano.starace@mise.gov.it , indicando l’eventuale richiesta di partecipazione mediante videoconferenza. Per questioni di carattere organizzativo, i soggetti in indirizzo sono pregati di accreditare all’incontro al massimo due rappresentanti.»