20 April, 2024
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La comunità di Villarios festeggia domani Isabella Fois, arrivata al traguardo dei 102 anni. Isabella Fois fa parte di una famiglia e di una comunità straordinariamente longeve. Il fratello Casimiro, lo scorso 5 ottobre ha festeggiato i suoi 104 anni, l’amica Mariuccia Manigas ha 103 anni. Quello di Villarios, frazione del comune di Giba di “soli” 450 abitanti, è un record invidiabile: 309 anni in 3!

Isabella Fois, sposata con Claudino Portas, ha avuto quattro figli di cui tre viventi: Enzo, Arturo e Cecilia. Vanda è mancata diversi anni fa. I figli le hanno dato tre nipoti. E’ rimasta vedova oltre 30 anni fa.

Dopo i festeggiamenti di Giba per il 103° compleanno di Casimiro Fois, contenuti lo scorso 5 ottobre per le limitazioni imposte dalle misure di contrasto e prevenzione della diffusione del Coronavirus, oggi è stata Villarios a salutare il 101° compleanno di Isabella Fois, sorella di Casimiro, purtroppo, senza festeggiamenti, a causa dell’emergenza Coronavirus.

La comunità di Villarios ha un’altra centenaria, Mariuccia Manigas, ormai prossima al traguardo dei 102 anni. Quello di Villarios, frazione del comune di Giba di “soli” 450 abitanti, è un record invidiabile.

Isabella Fois, sposata con Claudino Portas, ha avuto quattro figli, dei quali tre viventi: Enzo, Arturo e Cecilia. La figlia Vanda è mancata diversi anni fa. I figli le hanno dato tre nipoti. E’ rimasta vedova oltre trent’anni fa.

Una delle foto allegate è di oggi, scattata in famiglia davanti alla torta, le altre due sono relative ai festeggiamenti di un anno fa per il 100° compleanno.

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A Giba Casimiro Fois ha festeggiato oggi, 5 ottobre 2020, con ben 103 candeline, un compleanno da record. Sorridente, simpatico ed elegante nel suo completo blu, ha accolto con affetto le poche persone presenti, il cui numero è stato limitato dall’emergenza sanitaria.

«Sarebbe stato bello poter fare una grande festa come è avvenuto in passato, dal 100° compleanno in avanti, ma quest’anno non abbiamo potuto fare di più», sono state le parole di Agnese Delogu, presidente dell’associazione ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra e Fondazione), di cui Casimiro è presidente onorario. Il direttivo, infatti, si è recato a dare gli auguri al festeggiato, portando in dono una targa, un album per conservare gli articoli di giornale che lo riguardano, dal 1948 ad oggi, ed una bella mascherina tricolore, tipico regalo del momento che stiamo vivendo.

Intervistato, Casimiro Fois si è lasciato andare ai ricordi di guerra, raccontandoli come se li stesse rivivendo, aiutato da una mente ancora molto lucida. Foto e filmati hanno poi immortalato il pomeriggio tra amici e parenti, nonno Casimiro ha persino tagliato la torta, con grande cura, esortando tutti a «mangiare e bere», felice di essere attorniato da tanto affetto.

Accanto a Casimiro, la signora Maddalena e i loro cinque figli Learco, Mario, Teresina, Luisella e Pier Paolo, una bella famiglia che si stringe ogni giorno attorno ad un uomo scampato più volte alla morte durante la Seconda guerra mondiale, che non ha mai perso il sorriso e la grinta, persino poche settimane fa, quando ha avuto qualche problema di salute non si è dato per vinto, allenandosi a parlare e leggere persino la notte, per essere pronto a questo grande appuntamento, ad affrontare e ringraziare gli ospiti. Prima di andar via, un ricordo per tutti, una penna con incisa una frase “A mi sorigai e superai cun saluri”, un augurio importante che speriamo possa entrare in molte case, mentre l’augurio per Casimiro è di ritrovarci l’anno prossimo a spegnere 104 candeline, abbracciandoci come quest’anno non si è potuto fare.

Ricordiamo che il 16 dicembre dello scorso anno, la comunità di Villarios ha festeggiato la sorella Isabella per il suo 100° compleanno, terzo centenario del comune di Giba, con Casimiro e Mariuccia Manigas.

Ancora Buon Compleanno Casimiro!

Nadia Pische

     

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La comunità di Villarios ha festeggiato ieri il suo terzo centenario. Isabella Fois ha raggiunto nel “Club” il fratello Casimiro e Mariuccia Manigas. Quello di Villarios, frazione del comune di Giba di “soli” 450 abitanti, è un record invidiabile.

Isabella Fois – come sottolineato sorella di Casimiro, reduce dai festeggiamenti per il suo 102° compleanno e zia di Learco, consigliere comunale ed ex sindaco di Giba -, sposata con Claudino Portas, ha avuto quattro figli di cui tre viventi: Enzo, Arturo e Cecilia. Vanda è mancata diversi anni fa. I figli le hanno dato tre nipoti. E’ rimasta vedova oltre trent’anni fa.

Alleghiamo un album fotografico dei festeggiamenti che l’hanno vista protagonista con il fratello ultracentenario Casimiro, con il quale è molto legata. Ancora in buone condizioni fisiche e lucida, ha ricordato tanti episodi di vita vissuta, tra i quali quello risalente alla fine della guerra, quando al rientro a casa di Casimiro, è stata lei a liberare il suo corpo da molte schegge dei proiettili che lo hanno raggiunto durante i combattimenti. Sono ancora tante, comunque, quelle che gli sono rimaste addosso.

Ricordiamo che Casimiro nel 2008 ha voluto racchiudere i suoi ricordi e memorie di guerra in un piccolo libro che ha dedicato a sua moglie Maddalena e ai figli Mario, Learco, Teresina, Luisella e Pier Paolo, nel quale ha raccontato come sia riuscito ad uscire vivo da tante situazioni drammatiche.

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La difesa dell’identità e delle diversità culturali quali elementi portanti del dialogo tra i popoli. «Perché i diritti culturali sono parte dei diritti fondamentali dell’uomo che devono essere preservati, anche per il rispetto della dignità umana». E nella ricerca di questo dialogo c’è la necessità di creare reti, network e ponti per facilitare l’incontro tra i popoli che tenga conto dei valori per generare inclusione.

Sabato si è aperto centrando, sin da subito, i temi portanti dell’appuntamento che, dal 2015 a oggi, ha messo il paese di pescatori al centro del bacino Mediterraneo, rappresentando una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli. La quinta edizione di Dialogando, che ha trovato nelle sale del museo della Tonnara la sua location ideale, ha messo attorno al tavolo esperti di cooperazione, studiosi, docenti universitari ed esponenti religiosi che hanno dato vita a un convegno che ha concentrato l’attenzione su religione, dialogo interculturale ed interreligioso quindi sul ruolo della donna. Al centro anche argomenti quali la diplomazia, il paecekeeping, il ruolo delle reti di supporto per le donne e le vittime di tratta, quindi l’università nell’educazione e nella cooperazione.

Ad aprire il convegno è stato il primo cittadino Antonio Diana che ha ricordato l’importanza di Dialogando, nato nel 2015, in un periodo complesso e caratterizzato dagli attentati terroristici in Francia.

E a rompere il ghiaccio per prima, nella sezione moderata dal direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa, è stata Anna Paolini, direttore Unesco a Doha, che nel focalizzare il ruolo dell’agenzia da lei rappresenta in Qatar, ha ricordato come nel mondo oltre 70 milioni di persone, a causa di particolari condizioni economiche e politiche, vivono lontani dai loro paesi di origine. Di questi 70 milioni circa 41 milioni sono sfollati, 36 milioni sono rifugiati e circa 3,5 milioni richiedenti asilo. «È un momento particolare – ha detto – in cui abbiamo visto crescere atti di estremismo religioso, di violenze, di odio verso le minoranze etniche e religiose. Si parla di conflitti di ordine nazionale e internazionale che aggiungono povertà. A questi si aggiungono disastri di origine naturale, movimenti interni di persone, atti di terrorismo e pandemia».

Il ruolo dell’Unesco è quello di favorire la pace e la sostenibilità. La difesa della pace deve iniziare dal diaologo tra i popoli, ha detto ancora la rappresentante dell’Unesco che ha ricordato alcuni progetti particolari sostenuti dall’Agenzia e incentrati sulla promozione culturale, interreligiosa, l’educazione, la comunicazione e la prevenzione degli estremismi.

Un dialogo che l’arcivescovo di Sassari, monsignor Gianfranco Saba, ha avvicinato al concetto di casa e dell’abitare «che – ha affermato – significa prendersi cura, della persona, dell’ambiente. Ecco allora che non possiamo non abitare e la casa è la cosa tangibile del nostro essere, che ci lega al prenderci cura, come fatto distintivo dell’essere umano. La capacità di abitare interiormente prepara l’ambiente attorno a noi, ci interpella su come stiamo strutturando la nostra vita».

L’abitare quindi ci pone di fronte agli altri, implica tensioni verso un processo culturale che deve portare l’uomo a superarli. E sebbene possa sembrare strano, una delle vie per sviluppare il dialogo è l’esperienza del silenzio. «Nel silenzio matura la parola vera – ha detto ancora monsignor Saba – e la parola è una risonanza del silenzio».

A sottolineare la necessità di un dialogo laico è stato l’arcivescovo di Damasco Jihad Mtanos Battah che si è concentrato sul dialogo religioso e interculturale in Siria.

Un concetto quello dell’uguaglianza che è stato ribadito da Amal Al Masri, rappresentante del forum libanese delle donne, che ha ricordato come le donne arabe siano ancora discriminate e non possano partecipare alla vita politica, fatte alcune sparute eccezioni.

Di dialogo interreligioso, interculturale, interlinguistico ha parlato Fabrizio Lobasso, console d’ambasciata e Capo ufficio Africa Orientale e Corno d’Africa, sottolineando i progetti realizzati in Sudan.

Accanto al dialogo un ruolo importante lo gioca la cooperazione. E questo è stato il tema della seconda parte del convegno che ha visto protagonista l’Università di Sassari impegnata nell’attivazione di nuovi corsi nei Paesi in via di sviluppo.

Nell’ambito della cooperazione decentrata, interessante il progetto presentato da Giustina Casu dell’Associazione di volontariato Acos che da 12 anni si occupa del supporto alle donne e ai minori vittime di tratta. «Dal 2007 al 2012 abbiamo contattato 167 donne – ha detto – in gran parte provenienti dalla Nigeria». Per la maggior parte si tratta di donne sfruttate dal punto di vista lavorativo e sex-workers.

«Dal 2016 al 2019 il numero si è ridotto a 137. Questo – ha ripreso – può far pensare che il fenomeno sia in diminuzione o superato, ma non è così. Il rachet sta spostando le donne negli appartamenti, non facilmente raggiungibili dai volontari delle unità di strada che, con difficoltà hanno contatto con le donne per far conoscere quali siano i loro diritti di salute», ha concluso.

Infine spazio anche all’esperienza locale stintinese, rappresentata dai ragazzi di Stintino Holidays che con Fabrizio Contini ha spiegato il significato del progetto turistico e non solo, in particolare di quello fotografico dedicato a Hospitaly has no boundaries. Un progetto – è stato illustrato – volto a creare dialogo con gli stranieri e attraverso il quale scambiare esperienze e tradizioni.

Il convengo è stato organizzato dall’associazione il Tempo della Memoria in collaborazione con il comune di Stintino, il Mut, il Centro studi sulla civiltà del mare, l’Università di Sassari, il corso universitario sulla Sicurezza e cooperazione internazionale e la Fondazione Accademia.

Al convegno, durante il quale sono state proiettate le immagini realizzata da Mauro Fancello sull’Asinara ai tempi del carcere e sulla Vela latina degli anni Novanta, hanno partecipato, il prefetto di Sassari Maria Luisa D’Alessando, il questore di Sassari Diego Buso, Gennaro Capoluongo, consigliere ministeriale aggiunto della segreteria del Dipartimento della Pubblica sicurezza in materia di cooperazione internazionale di polizia, il docente dell’Università di Sassari Salvatore Rubino quindi Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, Aziz Pollozhani, rettore dell’Università Mother Theresa di Skopije in Macedonia, lo storico Attilio Mastino e già rettore dell’Università di Sassari, Piero Cappuccinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei quindi Luciano Gutierrez, pro-rettore Università di Sassari con la delega al programma Erasmus e cooperazione internazionale. E ancora il docente dell’Università di Sassari Quirico Migheli, Angela Mameli, vice presidente della Fondazione di Sardegna, Luca Bondioli del Museo delle Civiltà, Federico Chiodi, direttore della Associazione italiana per la solidarietà tra i popoli, Francesco Squarotti del Gruppo Umana Solidarietà,Fabrizio Contini di Stintino Holidays. Infine, Stefania Zanetti dell’Università di Sassari e gli studenti del corso Sicurezza e cooperazione internazionale Salvatore Correddu, Gabriele Dore, Isabella Fois, Norma Luisa Migheli, Alessandra Rubelli.

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Religione, cultura, processi di pace e cooperazione internazionale, ritorna ricca di temi di attualità la quinta edizione di Dialogando, il convegno internazionale che dal 2015 rappresenta una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli. Il 30 novembre, a partire dalle ore 9,30 a ospitare l’evento sarà il museo della Tonnara di via Lepanto.

Qui si ritroveranno esperti di cooperazione, studiosi, docenti universitari ed esponenti religiosi per dare vita a un convegno che concentrerà l’attenzione su religione, dialogo interculturale e interreligioso quindi sul ruolo della donna. Al centro ci saranno anche argomenti quali la diplomazia, il paecekeeping, il ruolo delle reti di supporto per le donne e le vittime di tratta, quindi l’università nell’educazione e nella cooperazione.

Sei le sessioni previste che sabato daranno spazio anche al dibattito e al confronto. Ad aprire i lavori sarà l’intervento del prefetto di Sassari Maria Luisa D’Alessandro. Si inizia subito con il tema portante che ha sempre distinto Dialogando: Il dialogo interreligioso e interculturale. A moderare la prima sezione, che inizierà alle 9,30, sarà Antonio Di Rosa, direttore del quotidiano La Nuova Sardegna. Sono previsti gli interventi di Anna Paolini, direttore Unesco a Doha, dell’arcivescovo di Sassari, monsignor Gian Franco Saba, dell’arcivescovo di Damasco Jihad Mtanos Battah e di Amal Al Masri, componente del Forum libanese delle donne.

La seconda sessione, dal titolo Dialogo sul nuovo Sudan, sarà moderata dal docente universitario Piero Cappuccinelli e vedrà la partecipazione di Fabrizio Lobasso, console d’ambasciata e Capo ufficio Africa Orientale e Corno d’Africa, Dgmo – Maeci, oltre che già ambasciatore italiano in Sudan, quindi di Abdelwahab Eltayib Bashir Babiker del Center for African Research and Studies dell’università internazionale dell’Africa a Khartoum.

L’ultima sessione mattutina, La cooperazione sulla sicurezza e peacekeeping, sarà moderata dal questore di Sassari Diego Buso. Sono previsti gli interventi di Gennaro Capoluongo, consigliere ministeriale aggiunto della segreteria del Dipartimento della Pubblica sicurezza in materia di cooperazione internazionale di polizia, quindi di Andrea di Stasio, comandante della Brigata Sassari.

Il pomeriggio si aprirà con la sessione dedicata alla cooperazione universitaria, moderata dal docente dell’Università di Sassari Salvatore Rubino. Interverranno Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, Aziz Pollozhani, rettore dell’Università Mother Theresa di Skopije in Macedonia, lo storico Attilio Mastino e già rettore dell’Università di Sassari, Piero Cappuccinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei quindi Luciano Gutierrez, pro-rettore Università di Sassari con la delega al programma Erasmus e cooperazione internazionale.

La quinta sessione dedicata a La cooperazione decentrata sarà moderata dal docente dell’Università di Sassari Quirico Migheli. Interverranno Angela Mameli, vice presidente della Fondazione di Sardegna, Luca Bondioli del Museo delle Civiltà, Federico Chiodi, direttore della Associazione italiana per la solidarietà tra i popoli, Giustina Casu dell’Associazione di volontariato Acos, Francesco Squarotti del Gruppo Umana Solidarietà, Fabrizio Contini di Stintino Holidays.

A chiudere il convegno la sessione dedicata a Educare alla cooperazione e sarà moderata da Stefania Zanetti dell’Università di Sassari. Interverranno Salvatore Correddu, Gabriele Dore, Isabella Fois, Norma Luisa Migheli, Alessandra Rubelli.