19 April, 2024
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Il Dpcm sull’energia elaborato dal Governo sta provocando durissime reazioni. Prima il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, oggi il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda.

Ma vediamo cosa prevede il Dpcm.

ARTICOLO 1

(Oggetto)

1. In attuazione dell’articolo 31, comma 3, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, nonché dell’articolo 60, comma 6, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, il presente decreto individua le opere e le infrastrutture necessarie al phase out dell’utilizzo del carbone in Sardegna e alla decarbonizzazione dei settori industriali dell’Isola, nonché funzionali alla transizione energetica verso la decarbonizzazione delle attività produttive, conformemente a quanto previsto dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC 2019).

2. Le procedure di valutazione ambientale dei progetti delle opere e delle infrastrutture di cui al presente decreto, qualora previste in sede statale, sono svolte dalla Commissione Tecnica PNRR-PNIEC ai sensi dell’articolo 17 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, in quanto ricomprese nell’Allegato I-bis introdotto dal medesimo decreto-legge.

3. Gli interventi e le opere individuate all’articolo 2 costituiscono interventi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti ai sensi dell’articolo 7 bis, comma 2-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Le amministrazioni interessate a qualunque titolo nelle relative procedure autorizzative attribuiscono ad esse priorità e urgenza negli adempimenti e nelle valutazioni di propria competenza.

ARTICOLO 2

(Interventi di infrastrutturazione energetica)

1. Per le finalità di cui all’articolo 1, tra gli interventi indifferibili e urgenti è considerata la realizzazione di nuova capacità di generazione a fonte rinnovabile e di adeguate risorse di accumulo dell’energia. La realizzazione di tali impianti a fonte rinnovabile è disciplinata da quanto definito dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199. in particolare dall’articolo 20.

2. Per le finalità di cui all’articolo 1 sono individuate le seguenti infrastrutture e opere del sistema elettrico la cui realizzazione è affidata a Terna S.p.A.:

a) estensione della rete di trasmissione elettrica nazionale mediante la realizzazione del Cavo HVDC Sardegna-Sicilia, facente parte del Tyrrhenian Link, nella configurazione da 500+500 MW riferita al solo collegamento bipolare HVDC Sardegna-Sicilia;

b) installazione di compensatori sincroni per 750 MVAr;

c) sviluppo della rete elettrica dell’Isola per la connessione delle iniziative di cui al comma 1.

3. Per le finalità di cui all’articolo 1, relativamente al phase out dell’utilizzo del carbone per la generazione elettrica in Sardegna, fermo restando quanto previsto ai commi 1 e 2, le esigenze di nuova potenza programmabile sull’Isola, con prevalente funzione di adeguatezza, regolazione e riserva, definita pari a 550 MW, sono individuate nell’ambito e secondo la disciplina del sistema di remunerazione della disponibilità di capacità produttiva di energia elettrica (capacity market) e sono articolate tra zona sud e zona nord della Sardegna

4. Per le finalità di cui all’articolo 1, e in relazione alle esigenze di sicurezza delle forniture, la rete nazionale del trasporto del gas è estesa, anche ai fini tariffari, alla Sardegna attraverso un collegamento virtuale, quale sistema operato dal gestore della rete nazionale per il trasporto di gas naturale in Sardegna, e comprende il seguente insieme di attività e infrastrutture:

a) l’adeguamento impiantistico del terminale di rigassificazione di Panigaglia per consentire il caricamento del GNL su bettoline, inclusi gli interventi di ammodernamento del terminale, per garantirne la continuità di esercizio per la durata di funzionamento del collegamento virtuale;

b) l’adeguamento della funzionalità del terminale di rigassificazione OLT al largo della costa toscana per consentire un maggior numero di accosti finalizzato al servizio di caricamento del GNL su bettoline per il collegamento virtuale;

c) una FSRU nel porto di Portovesme con capacità netta di stoccaggio adeguata a servire il segmento SUD industriale e termoelettrico, nonché il bacino di consumo della città metropolitana di Cagliari;

d) una FSRU nel porto di Porto Torres con capacità netta di stoccaggio adeguata a servire il segmento NORD industriale e termoelettrico, nonché il bacino di consumo della città metropolitana di Sassari; 

e) un impianto di rigassificazione nell’area portuale di Oristano con capacità netta di stoccaggio adeguata a servire le utenze limitrofe a tale ubicazione;

f) un servizio di trasporto del GNL a mezzo di navi spola dedicate, approvvigionato nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale e realizzato secondo la modalità operativa più adeguata sulla base di criteri di economicità ed efficienza, al fine di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, destinato a rifornire le FRSU a Portovesme e Porto Torres e il terminale a Oristano, a partire, in normali condizioni di esercizio, dai terminali di Panigaglia e OLT;

g) le opere strumentali alla realizzazione o adeguamento delle infrastrutture di cui alle lettere precedenti, inclusi gli eventuali dragaggi necessari all’adeguamento dei terminali esistenti, alla installazione delle FRSU e alla realizzazione dell’impianto di rigassificazione di cui alla lettera e).

Il dimensionamento proposto per l’insieme delle infrastrutture e dei servizi di cui al presente comma è funzionale alla fornitura dei volumi di gas naturale necessari per gli usi industriali e residenziali, nei limiti di cui al comma 5, nonché per potenziali  consumi del settore termoelettrico…

Fin qui le parti più rilevanti del nuovo testo, duramente contestate dal sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda.

«Questa ultima bozza di dpcm “Sardegna” è ancora peggio della precedenteattacca Giorgio Alimonda -. Ci trattano peggio di una riserva indiana. Non sono stati minimamente ascoltati i comuni e i cittadini che, come quello di Portoscuso, dovrebbero essere pesantemente sacrificati non per dare una prospettiva di mantenimento o crescita occupazionale ma per obbedire a logiche aziendali che avrebbero prevalentemente lo scopo di alimentare il bacino di Cagliari. Infatti, non si spiegherebbero le ragioni per cui si prevederebbe dentro il nostro porto uno stoccaggio imponente di 110.000 mcubi di GNL, quando per il nostro fabbisogno nell’ipotesi riaprisse nel 2025 l’Eurallumina è di massimo 25.000 mcubi di GNL. Forse perché altrove ci si è resi conto che una scelta retrograda siffatta paralizzerebbe le attività del porto canale.»
«Una vergogna che come sardo e come Sindaco non possiamo accettare senza un confronto e una condivisione con i nostri cittadini aggiunge Giorgio Alimonda -.
Ci devono spiegare perché si rifiutano di fare da noi in sardegna le infrastrutture che si sono fatte altrove in Italia vedi Livorno. Non ci faremo commissariare per Decreto del presidente del Consiglio con la solita tattica dell’emergenza per autorizzare impianti non in sicurezza, anzi con elevato rischio concreto per la popolazione attigua.»
«In questa bozza null’altro di preciso si dice in tema energetico se non le precise quantità e allocazione folle del posizionamento delle FSRU nei Porti.
Nel caso del nostro territorio inoltre nessuno pensa ai gravi all’economia locale del turismo della pesca compresa quella del tonno nel compendio marittimo Portoscuso, Carloforte, Calasettaconclude Giorgio Alimonda -. Contro questi soprusi calati dall’alto per una terra come la nostra, che tanto ha dato in costi ambientali e di salute pubblica questo dpcm sarebbe il colpo di grazia a cui, come ha già dichiarato il Sindaco di Porto Torres, chiediamo la solidarietà di tutti i Sindaci.»

I sindaci delle città della Sardegna e l’Anci Sardegna in rappresentanza di tutti i Comuni dell’isola, hanno inviato una lettera al Presidente della Giunta regionale della Sardegna, Christian Solinas, «nella quale esprimono forte preoccupazione circa l’attuazione del PNRR nel nostro territorio».

Di seguito, il testo integrale.

«Come è noto, la Sardegna registra una condizione di rilevante arretramento e sottosviluppo su tutte le 6 Missioni del Piano che si evince dai dati drammatici sullo spopolamento, sulla disoccupazione, sulla dispersione e l’abbandono scolastico; condizione che potrebbe seriamente aggravarsi, pregiudicando ogni possibilità di Sviluppo Sostenibile e di ripartenza dell’isola se non si dovesse realizzare un’ adeguata e consistente crescita delle Fonti rinnovabili, incrementando anche la diffusione dell’Idrogeno Green, così come previsto dal PNRR nella Missione 2 “Rivoluzione verde e Transizione ecologica”. Per questo motivo, già qualche tempo fa, segnalavamo l’esigenza di puntare su un grande progetto di sviluppo della Rete Ferroviaria Sarda, a tutt’oggi non previsto all’interno del Piano di Rinascita e Resilienza.

I nostri primi timori, emersi al varo del Piano nazionale, hanno trovato purtroppo conferma una volta preso atto della situazione progettuale complessiva che, rimanendo sui temi della transizione ecologica e della mobilità sostenibile, prevedono uno sviluppo delle FER residuale e lontano dai bisogni energetici immediati e futuri e nessun progetto di sviluppo della Rete ferroviaria, in particolare per quelle zone dell’Isola prive di collegamenti o sottosviluppate sul piano strutturale.

Ulteriore motivo di preoccupazione e allarme è stato apprendere, dagli organi di stampa locale, della possibilità di un conflitto tra Regione e Stato, motivato da un possibile vulnus dell’Autonomia della Sardegna, qualora dovesse essere attivato l’art. 12 (Poteri sostitutivi) del D.L. 31 maggio 2021, n. 77 in caso di ritardi o impedimenti alla realizzazione del suddetto PNRR, segnatamente alla installazione di nuova potenza eolica o fotovoltaica nell’Isola.

In merito alla condizione di arretratezza citata in premessa riteniamo utile ricordare che la Sardegna sulle due Missioni citate sconta quanto segue:

Energia e Fonti rinnovabili

– Eolico e fotovoltaico sono sviluppati in misura inferiore a tutte le altre regioni meridionali e insulari;

– La produzione di energia elettrica è per il 76% da impianti termoelettrici tradizionali e la produzione da carbone si attesta sul 36%, la più alta d’Italia;

– Il phase out al 2025 sul carbone appare irrealizzabile non essendo previsti progetti per impianti di generazione di EE sostitutivi dei quasi 600 MW di produzione oggi a carbone o combustibile solido.

Infrastrutture ferroviarie

– L’isola non dispone di una rete ferroviaria elettrificata e a doppio binario (se non in una minima parte) e la trazione, conseguentemente, è prevalentemente a gasolio;

– I tempi di percorrenza sull’asse nord – sud si attestano sul ben oltre le tre ore e mezza;

– Il centro Sardegna e il suo capoluogo, scollegati dalla rete ferroviaria nella direttrice nord, verso il porto e l’aeroporto di Olbia ed è collegata all’asse ferroviario nord – sud con una vetusta linea a scartamento ridotto.

Quanto sopra dimostra la solidità delle nostre preoccupazioni e quanto l’Autonomia Sarda rischi di ritorcersi contro gli interessi dell’Isola se utilizzata, da una parte, per impedire la realizzazione di impianti FER indispensabili per sostituire la potenza termoelettrica e per la riconversione a idrogeno della trazione ferroviaria e locale e, dall’altra, per non rivendicare progetti di sviluppo del trasporto ferroviario.

Da convinti autonomisti, riteniamo che, al contrario, l’Autonomia della Sardegna, frutto di lotte e di sacrifici del Popolo sardo, sia stata concepita e sia ancora attuale solo se funzionale allo sviluppo e non, come invece appare, al ripiegamento di fronte alle sfide dei tempi e della modernità, all’incapacità di decidere oltre l’orizzonte dell’immediato consenso.

Da Amministratori locali, sui quali gravano pesanti oneri con scarsi mezzi e il rapporto diretto con i cittadini, riteniamo che l’Autonomia possa dirsi pienamente realizzata solo coinvolgendo le istanze locali, le comunità, nella programmazione e nella progettazione del futuro.

Siamo altresì convinti che tanti altri Sindaci e Amministratori locali della Sardegna condividano ed andranno a sottoscrivere questa lettera “appello” per recuperare al PNRR progetti concreti, utili e realizzabili per la nostra Isola, a partire da quelli già citati sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’idrogeno e dei trasporti ferroviari ma anche per le altre Missioni sulle quali si registrano forti carenze propositive sia di livello regionale che nazionale, imputabili al mancato coinvolgimento del territorio e al riconoscimento delle legittime istanze locali.»

Tarcisio Anedda (Sinnai), Gian Vittorio Campus (Sassari), Pier Luigi Concu (Selargius), Mario Conoci (Alghero), Emiliano Deiana (ANCI Sardegna), Francesco Dessì (Capoterra), Sabrina Licheri (Assemini), Tomaso Antonio Locci (Monserrato), Andrea Lutzu (Oristano), Paola Massidda (Carbonia), Graziano Ernesto Milia (Quartu Sant’Elena), Massimo Mulas (Porto Torres), Settimo Nizzi (Olbia), Paola Secci (Sestu), Andrea Soddu (Nuoro), Paolo Truzzu (Cagliari), Mauro Usai (Iglesias).

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Venerdì 22 gennaio 2021, nella sede della provincia di Sassari, la Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara ha presentato alla provincia di Sassari, ai comuni di Alghero, Olmedo, Porto Torres, Putifigari e Sassari, all’arcidiocesi di Sassari e alla diocesi di Alghero-Bosa, la proposta progettuale per la costruzione del Cammino Minerario di Santa Barbara del Nord-Ovest nel Territorio della Nurra.

La proposta prevede la costruzione di un itinerario storico, culturale, ambientale e religioso lungo i Cammini storici della Nurra da percorrere a passo lento in 11 tappe per una lunghezza complessiva di circa 200 km con lo scopo di creare un prodotto turistico nuovo fondato sulla valorizzazione integrata delle risorse territoriali e finalizzato ad estendere le stagioni dei flussi turistici e a sostenere la transizione ecosostenibile dello sviluppo della Sardegna.

Si tratta di una proposta facente parte di un progetto più complessivo esteso a tutte le aree minerarie dismesse della Sardegna con lo scopo di creare un brand identitario del turismo lento minerario della Sardegna che, oltre al Cammino Minerario di Santa Barbara già operativo nel Sulcis Iglesiente Arburese Guspinese, prevede la costruzione del Cammino Minerario di Santa Barbara del Centro-Sud nell’Ogliastra Barbagia di Seulo Sarcidano e del Cammino Minerario di Santa Barbara del Sud-Est nel Sarrabus Gerrei.

Dopo la presentazione sono intervenuti l’amministratore straordinario della provincia di Sassari Pietrino Fois, che ha convocato e coordinato l’incontro, il sindaco di Sassari Nanni Campus, il sindaco di Alghero Mario Conoci, il sindaco di Olmedo Mario Antonio Fadda, il sindaco di Putifigari Giacomo Contini, il sindaco di Porto Torres Massimo Mulas ed il rappresentante dell’arcivescovo di Sassari monsignor Gian Franco Saba, dichiarandosi unanimemente favorevoli alla sottoscrizione del protocollo d’intesa che darà avvio alla realizzazione del progetto.

Mentre il vescovo di Alghero-Bosa monsignor Mauro Maria Morfino ha fatto pervenire la sua adesione al progetto, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais è intervenuto in remoto dichiarando il pieno sostegno del progetto che aveva avuto modo di conoscere in precedenza.